Una riuscita iniziativa sulla pace

Incontro tra gli studenti del Pascal e del Politecnico durante la cogestione

Nell’ambito della cogestione alcuni studenti universitari del movimento PolitoforPalestine sono intervenuti in uno dei gruppi organizzati dagli studenti (in collaborazione con la professoressa Stefania Lupo) per raccontare la loro scelta e la loro partecipazione attiva alla vita universitaria.

Hanno accettato l’invito:
– Federica, triennale in Ingegneria Aerospaziale, oggi nel biennio di specializzazione di Ingegneria Energetica,
– Mariangela, neolaureata in Architettura,
– Paco, triennale in Scienze della comunicazione, oggi biennio di specializzazione in Comunicazione e cultura dei media.
Tre giovani entusiaste/i di essere con le/i nostre/i liceali e disponibili ad incontrarne altre/i.

Di seguito sono riportate alcune loro parole:

PolitoforPalestine é nato nell’aprile 2024, durante il periodo delle intifade per la liberazione del popolo palestinese. Non eravamo contro Israele, ma contro una guerra impari e contro ogni violenza da qualunque parte si manifestasse.
Nonostante i nostri 55 giorni di occupazione dell’aula magna del Politecnico, non siamo riusciti ad ottenere una votazione positiva del Senato Accademico entro luglio. Nonostante le tende fossero tornate sotto i nostri letti, ci siamo mobilitati in altri mille modi diversi. Abbiamo istituito l’Osservatorio antimilitarista del Politecnico di Torino, un gruppo trasversale alle componenti dell’ateneo (studenti, docenti, personale amministrativo) e con quest’ultimo, a seguito di un nostro articolo pubblicato dal Corriere di Torino, siamo riusciti a ottenere una votazione positiva del Senato per organizzare una seduta di discussione incentrata sull’ etica della didattica (che fino ad allora non era mai stata messa in discussione rispetto al tema dell’antimilitarismo). Giusto per dare un’informazione in più, l’articolo pubblicato parlava di un tema d’esame molto discriminatorio e bellicista che recitava ” progettare un velivolo….che parte dal Golfo Persico per bombardare sul confine Iraq-Siria”: per questo abbiamo chiesto una messa in discussione dell’etica della didattica.
Parlando invece di documenti approvati ed entrati in vigore, anche lì abbiamo avuto un ruolo fondamentale. Durante la nostra occupazione, il Rettore del Politecnico ha richiesto alcuni incontri tra una nostra delegazione e quattro docenti Senatori, con l’obiettivo di trattare per una fine anticipata dell’occupazione. Noi ce ne saremmo andati se il Senato avesse approvato un documento che dichiarasse solidarietà al popolo palestinese, che obbligasse il Politecnico ad essere trasparente sugli accordi in vigore e futuri con le aziende ( poiché oggi, sono quasi tutti secretati e lavorare a progetti o a tesi di laurea di cui si conosce la destinazione è veramente raro), che prendesse posizione rispetto all’operato di certe aziende con cui collabora (aziende con produzione militare all’83%). Purtroppo durante l’occupazione, il nostro documento sotto forma di mozione, non ha avuto una votazione positiva perché “troppo prolisso per essere letto e quindi votato per punti”. Ma le nostre critiche costruttive, la nostra lotta, avevano aperto troppi fori nel sistema e quindi questi quattro Senatori, a seguito degli incontri con la nostra delegazione sono stati nominati “gruppo di lavoro per l’etica della ricerca” e a modo loro hanno cercato di capire come migliorare la questione della trasparenza dell’ateneo. Altri docenti con cui abbiamo collaborato hanno contribuito a questa ricerca. Alla fine, è stato approvato a febbraio 2025 il nuovo regolamento d’ateneo. Nel documento si vieta di firmare accordi che riguardano l’ambito militare ad eccezione di quelli che riguardano la difesa dello stato italiano. Nonostante il nostro obiettivo fosse un ateneo che lavorasse alla sostenibilità sociale ed ambientale e nonostante siamo convinti che la difesa degli stati non debba essere necessariamente armata, abbiamo comunque apprezzato questo passo in avanti del Politecnico di Torino. Anche perché questo regolamento incrina molto i rapporti con certe aziende ed elimina una parte degli accordi militari. Noi continuiamo a lavorare sia sul fronte diplomatico che su quello delle piazze, per sensibilizzare ancora di più, per smuovere ancora di più il cielo, affinché all’orizzonte volino solo aerei per gli aiuti umanitari e non strumenti di morte.
Incontro con PolitoFor Palestine©: Stefania Lupo
Per questo è stato meraviglioso essere stati invitati nella scuola, perché in tutti questi anni di università, fino a che si studiava con la testa china sui libri, non ci siamo resi conto di come sarebbero stati applicati i nostri studi. Ma ora, a un passo dal mondo del lavoro, abbiamo capito che il mondo della ricerca è un campo minato… in un attimo esplodono i nostri principi etici. Dobbiamo parlare con chi è ancora nella scuola, affinché già dai banchi di scuola si possa immaginare il futuro sostenibile di questo pianeta, affinché le scelte siano più consapevoli, affinché le nostre vite siano più indispensabili… in modo che il mondo domani sia lo spazio della democrazia, i diritti umani di tutti vengano rispettati e la natura venga considerata nel modo corretto. Noi ai ragazzi abbiamo dato un consiglio: “Seguite le vostre passioni, non scendete troppo a compromessi con la società”, perché le passioni di tutti non riguardano mai la distruzione, la guerra, la morte di qualcuno. Poi abbiamo detto loro di essere gocce, di cadere assieme, di formare un mare, di generare onde e affondare certe convinzioni, di nutrire invece la libertà, l’uguaglianza, il rispetto, la fantasia. Ma non abbiamo solo dato consigli, abbiamo accolto i loro, abbiamo amato la loro freschezza, i loro dubbi, le loro domande le abbiamo scritte in modo che possiamo tornare a porcele. I loro desideri li abbiamo scritti con colori diversi sulla lavagna e li abbiamo calcati, in modo che noi, prossimi al mondo degli adulti, possiamo provare a creare un varco attraverso cui loro potranno esprimersi.

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